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AYURVEDA

Cenni introduttivi sull’Ayurveda

Articolo a cura di Maria Luisa Suprani

Premessa

L’Ayurveda nasce in India ed è la scienza vedica di tradizione millenaria della guarigione del corpo e della mente.

Siamo tutti uguali?

In quest’ottica non esistono canoni di bellezza fisica a cui adeguarsi, costringendo il corpo (… e la mente) ad uniformarsi a criteri lontani dalla propria individualità’: la costituzione psicofisica di ogni persona viene invece ricondotta, riducendo il discorso all’essenza, a tre tipologie corporee principali, i  dosha.

‘Dosha’ è un termine della lingua sanscrita e significa ‘imperfezione’, ‘difetto’ (… vedremo il motivo di qui a poche righe). I dosha sono forze presenti in tutte le manifestazioni della sfera biologica di cui il nostro corpo è parte. Ogni costituzione corporea è caratterizzata dalla presenza di un dosha dominante (sono presenti anche gli altri due, ma in misura minore ed in proporzioni variabili).

Di che dosha sei?

-Nel dosha “Vata” predomina l’elemento ‘aria’ (il significato del termine, infatti, è ‘vento’). Questo dosha è connotato dal movimento, dalla velocità, dall’entusiasmo. Sono le persone ‘magre’, per intenderci. Comunque l’aspetto psicologico non è mai disgiunto da quello fisico: l’eccesso di elemento Vata, ad esempio, porta ad essere dispersivi, ad esaurirsi facilmente a livello energetico e fisico.

-Nel dosha “Pitta” predomina l’elemento ‘fuoco’. Il ‘fuoco digestivo’ altro non è che il  metabolismo! Se il metabolismo è basso, oltre a disequilibri legati al peso corporeo, avvertiamo un disagio esistenziale: il dosha Pitta è legato infatti al coraggio, alla capacità di decidere e alla vitalità psicofisica complessiva. L’eccesso porta invece alle infiammazioni e, sul piano psicologico, all’incapacità di contenere l’ira.

-Il termine ‘Kapha’, l’ultimo dei tre dosha, significa ‘ciò che tiene attaccate le cose’. Tradotto nei canoni della Medicina tradizionale occidentale, è il tipo flemmatico. Qui predominano gli elementi acqua e terra. E’ stabile, affidabile, fedele. Esprime amore ed attenzione ma … tende ad aumentare di peso con facilità e a cedere all’apatia.

Obiettivo: raggiungere  il proprio equilibrio

L’alimentazione riveste un ruolo importantissimo nel perseguimento (e nel mantenimento) dell’equilibrio psicofisico.

Non esistono cibi che ‘fanno bene’ a tutti indiscriminatamente! Un alimento che può aiutare un dosha a mantenersi nei limiti dell’equilibrio può invece danneggiare un altro…

Conoscere la natura  degli alimenti e le proprie esigenze permette di compiere scelte equilibrate senza lottare contro se stessi e accumulare frustrazione: per esempio è impensabile, se il mio dosha è Kapha, di ritornare in forma basando la dieta su cetrioli e tofu/ latticini magri etc.

Non è necessario trasformare la propria cucina in un ristorante indiano (anche se il riso Basmati, la curcuma e il cardamomo hanno già conquistato le nostre tavole): è determinante invece osservare il cibo con occhi diversi per trasformarlo in men che non si dica nel nostro miglior alleato.

Maria Luisa Suprani, dottore magistrale in Scienze filosofiche. Attenta al confronto tra filosofie occidentali ed orientali, ha seguito i corsi di  ‘Religioni e Filosofie dell’India’ tenuti dal prof. Giorgio Renato Franci all’ Università di Bologna, dove ha presentato una tesi sui nessi tra Filosofia orientale ed occidentale. Tra le sue competenze annovera anche quella di dietista. Ha  infatti  conseguito il diploma quinquennale di dietista con lode presso l’Istituto ‘I.T.A.S.’ ‘G.Saffi’ di Forlì.

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