MICROBIOTA INTESTINALE E INFIAMMAZIONE SUBCLINICA SILENTE: L’IMPORTANZA DELL’ALIMENTAZIONE

Articolo a cura della Dott.ssa Sara Rescigno, Biologa Nutrizionista.

Le scoperte avvenute negli ultimi anni in ambito scientifico, hanno portato alla comprensione di molti meccanismi che chiariscono perché alcuni alimenti sono utili alla salute dell’uomo mentre altri la danneggiano.

Grazie alla possibilità di decodificare il DNA identificando l’intero patrimonio genetico, si è avuta una più chiara conoscenza dell’insieme dei microrganismi che colonizzano ogni distretto del nostro organismo (prevalentemente virus, batteri e funghi) e che, nel loro insieme, vanno a costituire il “microbiota” caratterizzato da una propria sequenza genica definita “microbioma”.

Il colon è sicuramente l’organo più densamente popolato; si pensi che solo la popolazione intestinale è costituita da oltre 4.000 specie batteriche diverse arrivando a  cellule microbiche. Un numero circa dieci volte superiore a quello delle cellule del corpo umano, tanto che molti ricercatori, in chiave rivoluzionaria, sostengono che sia opportuno parlare di superorganismo dato dall’unione uomo-microbiota.

MICROBIOTA

Il microbiota che popola il tratto gastrointestinale è rappresentato da più di 50 phyla differenti con una predominanza di Bacteroidetes, Firmicutes, Lactobacilli, Bifidobacterium, Actinobacteria e Proteobacteria.

MICRORGANISMI

I microrganismi, in base alla loro natura, possono essere simbionti, commensali e patogeni. In particolare i simbionti instaurano con l’organismo ospite un rapporto di tipo mutualistico, nel quale l’organismo ospite fornisce i nutrienti essenziali per la sopravvivenza e lo sviluppo dei microrganismi, mentre questi ultimi producono sostanze fondamentali per il benessere dell’individuo; i commensali sono quei microrganismi che non apportano né vantaggio né danno all’ospite e infine ci sono i patogeni che sono in grado di recare danno all’ospite attraverso, ad esempio, la produzione di tossine.

EUBIOSI

L’eubiosi è il normale stato di equilibrio del microbiota, una giusta proporzione tra batteri benefici e patogeni che ha un effetto significativo sul metabolismo e assorbimento dei nutrienti, sulla funzione di barriera intestinale, sull’immunostimolazione e immunotolleranza, sulla sintesi di vitamine (K, B12, B1, B6, acido folico ecc…) coinvolte nei diversi pathway metabolici, sulla digestione e metabolismo di farmaci e tossine.

DISBIOSI

Quando viene alterato il normale stato di equilibrio si incorre nella disbiosi, fattore predisponente per lo sviluppo di molte patologie come l’obesità, le malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD), la sindrome del colon irritabile (IBS), la proliferazione batterica intestinale (SIBO), la sindrome da fatica cronica, il cancro del colon, le malattie autoimmuni e quindi, in generale, di malattie con un comune denominatore ovvero un’infiammazione subclinica silente che può colpire diversi organi e tessuti.

La composizione e l’equilibrio del microbiota intestinale sono individuali e influenzati da molteplici fattori come la dieta, l’attività fisica, lo stress, l’assunzione di farmaci ecc…

ALIMENTAZIONE E MICROBIOTA

Focalizzando l’attenzione sull’alimentazione, quale può essere una buona strategia in favore di un microbiota sano?

Innanzitutto l’alimentazione deve essere diversificata ed equilibrata e gli studi pubblicati fino a questo momento trovano la dieta mediterranea, ricca in cereali (frumento, riso, mais, avena, farro ecc…) frutta e verdura, olio extravergine di oliva, legumi, la più idonea in quanto ricca di alimenti che portano alla proliferazione di batteri “buoni”, come i lattobacilli e bifidobatteri.

Anche pesce, carne, uova, latte e latticini, oltre a fornire proteine nobili ed oligoelementi, stimolano la proliferazione di batteri altrettanto importanti a differenza dei prodotti industriali, eccessivamente processati e raffinati, ricchi in zuccheri semplici e ad elevato indice glicemico come biscotti, dolciumi, merendine e bevande zuccherate.

Certo è che il messaggio della dieta mediterranea è quello di non proibire alcun alimento o esaltarne completamente un altro. Infatti la rappresentazione grafica della piramide alimentare della dieta mediterranea, frutto di migliaia di studi scientifici che hanno confermato i benefici sullo stato di salute dell’uomo, è stata creata proprio per far comprendere facilmente quale alimento debba essere consumato con più frequenza e quale più raramente.

Si tratta di un tipo di alimentazione ampia nella scelta, onnivora, in sintonia con la stagionalità dei prodotti, frazionata in 5 pasti giornalieri (3 principali e due spuntini) e che rispetta gli orari dei pasti in armonia con i ritmi circadiani regolatori dei tempi di digestione, assorbimento e metabolismo. Molto importante è anche l’utilizzo di prebiotici, probiotici e simbiotici, questi ultimi dati dall’unione dei primi due.

I PROBIOTICI 

In particolare, il Ministero della salute afferma che i probiotici, alimenti fermentati come yogurt, kefir, crauti, kimchi, aceto di sidro di mele e presenti anche sotto forma di integratore, secondo le linee guida del 2005, sono “microrganismi vivi e vitali che conferiscono benefici alla salute dell’ospite quando consumati, in adeguate quantità, come parte di un alimento o di un integratore”.

Essi, per apportare benefici all’ospite, devono pervenire vivi e vitali, in numero adeguato, e devono avere possibilità di replicarsi.

DOVE TROVARLI

I prebiotici, come l’inulina, i frutto-oligosaccaridi (FOS) e vari tipi di galatto-oligosaccaridi (GOS), presenti in alimenti quali cipolle ed aglio, cicoria e tarassaco, asparagi e topinambur, banane acerbe, cereali, semi e legumi, sono definiti come componente dell’alimento non vitale che conferisce un beneficio all’ospite in quanto modula il microbiota fungendo da substrato per produrre sostanze metabolicamente attive, gli acidi grassi a catena corta (SCFA) come acetato, proprionato e butirrato, in grado di stimolare i microrganismi simbionti, contrastando i batteri patogeni. Tutto questo complesso di buone abitudini, che dovrebbero essere acquisite sin dall’infanzia, favorisce per tutta la vita non solo un buon introito di nutrienti corretto e bilanciato, ma anche la difesa della salute del microbiota.

CONCLUSIONI

In sintesi si può affermare che in letteratura sono presenti dei dati inconfutabili che sostengono che il microbiota intestinale e la sua composizione, fortemente influenzata da un’alimentazione scorretta caratterizzata da un’eccessiva assunzione di nutrienti con un elevato potere calorico, influenza il metabolismo glucidico, l’attività dell’insulina, l’accumulo di lipidi nonché l’infiammazione cronica silente. La vera innovazione sta nell’aver compreso che la scelta degli alimenti non è importante solo per l’apporto di nutrienti indispensabili all’organismo, ma anche perché influisce sul microbiota il cui equilibrio influenza la salute di organi e tessuti. Avendo accertato questo stretto legame, si potrebbe favorire l’eubiosi con impiego di probiotici e prebiotici nell’ambito di una sana e corretta alimentazione.

Le premesse ci sono, ma si necessita di studi più ampi per confermare il potere di un approccio nutraceutico nella cura, ma ancor prima, nella prevenzione di molte patologie con alla base una disbiosi intestinale.

Fonti:

Luca Piretta, “Intestino, nutrizione e salute: il ruolo del microbiota e dei recettori del gusto” Alimentazione, prevenzione & benessere

  1. Pacelli, E. Torti, N. Merendino, “Il microbiota umano: funzioni biologiche e interrelazioni con lo stile di vita e alimentare” La Rivista di Scienza dell’Alimentazione, numero 1, gennaio-aprile 2016, ANNO 45

       2. Diana Yedid “ Microbioma mon amour”, Cavinato editore International

 

Articolo a cura della Dott.ssa Sara Rescigno, Biologa Nutrizionista

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